Feste Da Fiaba
IL MAKE UP IN ISTITUTO – Per le prossime festività, facciamo vivere alla cliente l’esperienza fiabesca di un viaggio a Venezia: uno spunto creativo per divertirla e, soprattutto, fidelizzarla.
IL MAKE UP IN ISTITUTO – Per le prossime festività, facciamo vivere alla cliente l’esperienza fiabesca di un viaggio a Venezia: uno spunto creativo per divertirla e, soprattutto, fidelizzarla.
La cosmetica è l’insieme di attività, tecniche e arti relative al cosmetico o, per estensione, a ciò che migliora la piacevolezza, l’apparenza e l’estetica. La parola viene dal greco: Κόσμoϛ (kósmos) che significa “ordine”, da cui kósmesis: mettere in ordine, abbellire. E poi c’è la cosmetica sensoriale, ovvero il piacere che quel cosmetico è il grado di farci provare stimolando i sensi; pensiamo al maquillage: la vista viene immediatamente sollecitata, e la scelta di una gamma di colori piuttosto che un’altra ci manda un preciso messaggio.
“L’incarnato etereo è ritornato ad essere sinonimo di eleganza sofisticata, ma per ottenerlo occorre innanzitutto che la pelle sia libera dalle impurità.”
IL RUOLO SOCIALE DEI COSMETICI
Occorrerebbe sempre prendere in considerazione il ruolo sociale della cosmetica, che contribuisce a determinare lo stato di benessere delle persone innalzando la loro autostima e determinandone un’appartenenza sociale. Sin dall’antichità, infatti, i cosmetici hanno avuto un ruolo fondamentale nella cura della persona. Gli Egizi, ad esempio, si cospargevano di unguenti, allungavano gli occhi con il kajal e dipingevano le labbra con ossido di rame e ferro. Ma in tutti i popoli antichi è documentato l’uso di cosmetici: i Pitti scozzesi e i nativi americani si dipingevano il corpo, i popoli mesopotamici coloravano il volto con l’ocra, gli indiani erano soliti dipingersi i palmi delle mani e le piante dei piedi (le donne disegnavano sul viso stelle, lune o fiori), i fenici inventarono il sapone, gli ebrei facevano uso di fragranze come l’incenso, gli arabi estrassero l’acqua di rose.
MAKE UP A TEMA
Da qui l’esigenza di modificare, adattandolo alle peculiarità dei vari periodi dell’anno, il look, che dovrà contribuire ad esprimere messaggi differenti.
Un’occasione per gli istituti è quella di creare una tematica, come appunto quella del look per le Feste, per stimolare le clienti a prendersi cura di sé.
Penso a clienti che hanno molto a cuore, ad esempio la cura delle mani e dei piedi e poco o nulla si considerano il viso; molte volte mi è capitato che, invitandole a scoprire il nuovo look di tendenza del momento, sfruttando proprio la sensorialità del maquillage e il fatto che si trovino davanti allo specchio, concentrate sulla propria immagine e sulla pelle senza distrazioni, si siano rese conto ad esempio di avere un incarnato poco luminoso piuttosto che una pelle poco vellutata; ecco insinuata l’esigenza di cambiare questa condizione e quindi il desiderio di trattare il viso.
Come ho già detto più volte, il make up può rappresentare un’opportunità di innalzare la redditività dell’istituto, non tanto come servizio fine a se stesso bensì come “carrier” per vendere trattamenti viso, corpo e benessere.
CAPODANNO A VENEZIA
Nei giorni delle feste di Natale e Capodanno, il maquillage dovrà contribuire a esprimere eleganza, romanticismo, raffinatezza, il tutto avvolto da un velo di mistero quasi fiabesco.
La strategia è quella di divertire la cliente, farla sognare: oggi più che mai c’è necessità di evasione, voglia di spensieratezza. Pensiamo ad un viaggio sensoriale: partendo dal tema del look arriveremo a scoprire insieme la texture della pelle cambiata dopo l’applicazione della base e delle polveri, a riscoprire la morbidezza della labbra riconfortate dall’applicazione del rossetto, a vedersi attenuati i segni della stanchezza con l’applicazione di un buon correttore ed esaltare lo sguardo con colori che lo rendono profondo e misterioso.
Immaginiamo un Capodanno a Venezia, città ideale per una fuga chic e fiabesca, e iniziamo a truccare la cliente ricordandole la magia della notte più lunga dell’anno attraverso i colori del look. L’incarnato dovrà essere chiaro, per rispolverare i canoni della bellezza settecentesca; complice la maggiore informazione sui danni causati dai raggi solari, è sempre più frequente vedere dive che sfoggiano una pelle di luna.
L’incarnato etereo è ritornato ad essere sinonimo di eleganza sofisticata: per ottenerlo occorre che la pelle sia innanzitutto libera dalle impurità: perché non mettere in agenda un trattamento energizzante e detossificante prima delle Feste? Osserviamo già come cambia il viso dopo l’applicazione di un correttore per le occhiaie e, ad esempio, di una EE cream uniformante che per i look più sofisticati utilizzeremo come primer. Per il fondotinta scegliamo tonalità in sintonia con il fototipo della cliente, prediligendo una nuance che non vada a scurire la base. La cipria dovrà essere una di quelle trasparenti, con un sottotono leggermente rosato, per garantire l’effetto porcellana. A questo punto possiamo invitare la cliente a farsi una carezza, sempre davanti allo specchio, per apprezzare la medesima sensazione dello scivolare di un petalo tra le dita, di nuovo per mettere in relazione vista e tatto ed aumentare la percezione della propria pelle.
Passiamo ora agli occhi: il must è uno sguardo intenso e caldo, ma al contempo romantico e melanconico, immaginando di osservare il calar del sole d’inverno con l’acqua dei canali di Venezia riflessa negli occhi. Per ottenerlo è necessario abbandonare la matita nera e sceglierne una marrone castagna e utilizzarla per intensificare, con l’applicazione infracigliare e definire, con un tratto sottile e leggermente sfumato; anche l’ombretto sarà di una tonalità bruna, in stile barocco, e per finire illumineremo tutta la palpebra con un beige dorato, che dia luce e che impreziosisca lo sguardo.
Come un’opera d’arte esposta alla mostra Biennale, lo sguardo ha la sua cornice che lo esalta e lo valorizza: ciglia e sopracciglia sono gli elementi che ne definiscono l’intensità, ed è indispensabile il mascara per entrambe: nero per le ciglia, che sia morbido, per aumentarne il volume senza togliere la naturalezza, e tortora per le sopracciglia, per definirle in modo ordinato.
Le labbra dovranno essere perfette, in stile natural chic; possiamo optare per una tonalità rosa veneziano, scegliendo tra le nuance più calde del rosa antico e quelle più decise del rosa con sottotono aranciato.
Un viaggio sensoriale per aiutarci ad avere l’attenzione della cliente, un’opportunità per sfruttare questo momento di spensieratezza e di magia per far crescere il desiderio di prendersi cura di sé e di conseguenza movimentare i trattamenti in istituto, ma soprattutto un ulteriore strumento di fidelizzazione della cliente.
La mica è un minerale molto usato nei cosmetici per via della sua brillantezza.
L’ESPERIENZA SENSORIALE
Come anticipato, la magia del viaggio viene impreziosita dall’esperienza sensoriale tattile. Ovviamente, per ottenere l’effetto desiderato, i cosmetici che utilizzeremo dovranno essere di eccellente qualità, capaci per profumazione e consistenza di infondere serenità.
Un ingrediente che conferisce questa texture alle polveri del maquillage è la mica, un minerale che solleva molte diatribe. Conosciamolo meglio grazie al dottor Eugenio Vuillermin.
“La mica è un minerale che l’uomo conosce fin dall’alba dei tempi. Le antiche civiltà di tutto il globo ne facevano uso, sia per la sua facilità di reperirla che per il largo impiego derivante dalle sue proprietà chimico fisiche. È un ottimo isolante termico ed elettrico. Ha proprietà abrasive e per le sue caratteristiche di brillantezza è usata anche nell’industria cosmetica. Queste particolarità derivano dalla struttura cristallina a strati, dove pacchetti di strutture tetraedriche ed ottaedriche di silicati fortemente legati al loro interno, vengono legati da metalli alcalini mediante legami ionici deboli. La struttura cristallina così costituita permette al minerale di sfaldarsi in sottili lamelle dette fogli e di riflettere la luce conferendo al cristallo la tipica lucentezza che ne ha determinato anche il nome: mica, dal latino “micare” = scintillare, brillare.
Quest’ultima particolarità fisico-ottica ne favorisce un largo uso nella cosmetica, e in particolare nel make up. Viene usata nella formulazione di rossetti, ombretti, fondotinta, eyeliner. Nella cosmetica, però, è preferita e largamente utilizzata la mica sintetica, in quanto permette di ottenere colori brillantissimi. Nella lista degli ingredienti dei cosmetici è indicata come ‘Synthetic fluorphlogopite’. È di colore bianco oppure grigio ed è rivestita di biossido di titanio, che le conferisce un colore perlato.
L’utilizzo sempre più ampio nell’industria ha fatto sì che il minerale estratto dalle miniera sia stato via via sostituito dalla mica sintetica. Questa scelta è dettata principalmente da due fattori: la maggiore brillantezza derivante da una finitura più uniforme rispetto a quella naturale e il rispetto dei diritti umani, per il quale si evita di acquistare il minerale da miniere dove lavorano bambini. È sempre più difficile trovare mica naturale che abbia un certificato di completa tracciabilità del processo di estrazione. Per questo la maggior parte delle aziende cosmetiche usa la mica sintetica”.
Elena Frigerio
Formatrice tecnica e consulente Beauty & Wellness.
Eugenio Vuillermin
Dottore in Chimica Industriale.
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FRIGERIO E. , VUILLERMIN E.,2020, Feste Da Fiaba, BEAUTY FORUM, NOVEMBRE 2020